L'azienda "Silis" è ubicata nel nord-ovest della Sardegna, in provincia di Sassari nel territorio del comune di Sennori. Situata a tre chilometri dal mare si trova a metà strada tra le città costiere di Porto Torres e Castelsardo, dalle quali dista circa 15 chilometri. L'azienda si estende per circa dieci ettari lungo la valle dell'omonimo fiume che sfocia, dopo circa un chilometro,sui lidi sabbiosi del golfo dell'Asinara. Il podere è una vasta pianura raccolta tra le colline, attraversata da numerose stradine particolarmente adatte per passeggiate a piedi e in bicicletta. La proprietà, frazionata in campi, è vivacizzata dalla presenza di diverse colture di alberi da frutto, canneti e viali di cipressi. L'azienda, da pochi anni rilevata dagli attuali proprietari, ha però una lunga storia che inizia circa sessant'anni fa con l'impianto, nel 1954,del primo agrumeto e la costruzione di un complesso quanto interessante sistema di irrigazione di cui rimangono intatte alcune tracce: pozzi artesiani, vasche di raccolta delle acque piovane, canali e diversi pozzetti. La tranquillità, la presenza dei numerosi animali, l'aria di mare, i suoni, i colori e gli odori della campagna rendono il luogo particolarmente adatto a rilassanti soggiorni per gli adulti e formative esperienze per i bambini.
Il casale dell'azienda è stato recentemente ristrutturato per poter essere dedicato all'accoglienza di ospiti che desiderino soggiornare lontani dal caos cittadino . La struttura, circondata da un ampio giardino con piscina, è composta da una zona soggiorno e ristoro e da cinque alloggi per gli ospiti con bagno ed ingresso indipendente. Alcune stanze sono state soppalcate e risultano particolarmente adatte a famiglie o gruppi di amici. Su prenotazione è previsto un servizio di ristorazione basato sulla cucina semplice e tradizionale italiana legata alla produzione stagionale dell'azienda e delle aziende limitrofe.
L'azienda si dedica al piccolo allevamento di diverse specie animali quali bovini, equini, suini e avicunicoli finalizzato all'autoconsumo e alla vendita diretta in azienda. Vengono inoltre allevate alcune specie equine per la produzione di cavalli da passeggiata e per la conservazione e lo sviluppo di alcune razze autoctone. La coltura principale in azienda è sicuramente rappresentata dalla produzione di agrumi che vengono perciò commercializzati, ma il suolo generoso del Silis è ricco di diverse colture finalizzate all'autoconsumo quali pesche, susine, pere, mele, kaki, fichi, fichi d'india, nespole e tutte le produzioni vegetali dell'orto estivo ed invernale
La razza marchigiana è stata riconosciuta come entità etnica soltanto in epoca relativamente recente. E' derivata dall'incrocio di bovini Marchigiani di ceppo Podolico non migliorati (un tempo impiegati per i lavori agricoli) con soggetti di razza Chianina e, successivamente, dall'unione delle bovine meticce Chianine-Marchigiane con tori di razza Romagnola. Solo nel 1932 ha avuto inizio un'accurata selezione che ha portato la razza Marchigiana al"tipo"attuale.
E' la terza razza da carne in Italia. Allevata soprattutto lungo l'Appennino centrale, dimostra un'ottima adattabilità al pascolo in diverse condizioni perché risulta essere un'attenta utilizzatrice dei foraggi e resistente alle malattie ed agli ectoparassiti. I soggetti di questa razza presentano mantello bianco porcellana tendente al grigio chiaro in entrambi i sessi. Nei maschi è comune la presenza di peli grigi nel treno anteriore e attorno agli occhi (occhialatura).Le mucose e la cute sono pigmentate nere. Le corna,medio-corte,grossolane e nere in punta hanno forma di lira.
Razza più piccola della chianina ma con pesi analoghi presenta arti più corti, maggiore sviluppo delle masse muscolari e unghioni molto forti, tutte caratteristiche importanti per il lavoro. Insieme alla chianina e alla piemontese la marchigiana è nota per l'ottima qualità della carne che possiede proprietà organolettiche eccellenti e si presenta tenera e con la giusta marezzatura; la produzione di latte è invece appena sufficiente per la crescita del vitello. Un tempo a duplice attitudine (carne e lavoro), è ora allevata solo per la carne.
L'introduzione dell'asino in Sardegna risale quasi certamente al periodo neolitico, anche se il suo allevamento quale animale da soma fu incrementato dai sardo - punici con finalità agricole e di trasporto. L'asino era importantissimo nell'economia delle piccole aziende rurali dell'isola e veniva utilizzato per molteplici attività, dalla macinatura dei cereali,da cui il nome "molente" (animale che lavora alle mole), al trasporto della legna e dell'acqua, all'aratura. Trovava impiego anche presso i pastori per il trasporto degli agnellini appena nati che, durante lo spostamento delle greggi, rischiavano di perdersi.
L'asino sardo è paziente, infaticabile, parco e rustico; la sua caratteristica fisica principale è sicuramente l'altezza che non supera mai al garrese i 90cm per le femmine ed i 115cm per i maschi. Il mantello è grigio sorcino; riga mulina con croce scapolare ben marcata, può essere presente la zebratura agli arti.Il ventre e la parte interna degli arti sono in genere ricoperti da peli chiari. Il collo è corto, il garrese poco pronunciato ed il dorso lievemente depresso.Gli arti robusti con appiombi regolari,il piede piccolo e duro.
Questa razza è compresa nel Registro Anagrafico delle popolazioni equine riconducibili a gruppi etnici regionali. Attualmente risultano presenti in Sardegna circa trecento asini sardi di sicura purezza e tale numerosità contenuta determina un elevato rischio di estinzione per questa razza che va protetta individuando le strategie migliori di salvaguardia che si rivolgano allo sviluppo di forme d'impiego alternative a quelle tradizionali.
Il cavallo avelignese è originario di Hafling (nome italiano Avelengo), paese vicino a Merano viene anche chiamato Haflinger o Cavallo di Hafling o Pony Avelignese.La razza è molto antica, anche se con le caratteristiche attuali nasce ufficialmente nel 1874, dall'accoppiamento di una cavalla indigena con lo stallone El Bedavi (forse berbero).
In passato questo tipo di cavallo veniva usato soprattutto per i lavori in agricoltura e sebbene ancora oggi sia utilizzato per questi scopi, lo si apprezza molto per l'equitazione agrituristica e in molte discipline sportive in quanto è dotato di un carattere docile ed affettuoso ed una buona disposizione all'attività dinamica con equilibrio tra velocità dell'andatura e potenza dello sforzo.
Nel 1971 viene costituita l'Associazione Nazionale Allevatori Cavalli di Razza Haflinger - Italia, alla quale è stato ufficialmente affidata la gestione del Libro Genealogico a partire dal 1977 ed oggi l'Haflinger è diffuso in tutta l'Italia. I cavalli di questa razza presentano un bel mantello sauro-dorato; ciuffo, criniera e coda con crini abbondanti, sottili, lisci e generalmente chiari. La mole è medio piccola, le forme sono armoniche, solide e corrette ed il piede ben conformato, con zoccolo sano e resistente.
L'allevamento del suino in Sardegna si può far risalire alla preistoria a partire dal neolitico antico intorno al VI millennio a.C. L'allevamento dei suini in epoca nuragica è ampiamente testimoniata, oltre che dalla numerosa presenza di ossa nei pressi delle zone di scavo, anche dalle numerose statuine bronzee che raffigurano distintamente il maiale domestico ed il cinghiale.
Le prime descrizioni morfologiche del suino sardo risalgono alla seconda metà del settecento. In particolare viene sottolineata la presenza di una coda lunga, piena di setole che viene paragonata a quella del cavallo ("I quadrupedi in Sardegna" Cetti 1774) , il corpo abbondantemente ricoperto di setole, la presenza di una criniera dorsale e del ciuffo lombare ed un mantello di colore vario ( rosso, nero, bianco-rosa, pezzato). E' un suino di taglia piccola con scheletro solido e raggiungono in età adulta un'altezza al garrese di circa 60cm.
E' una razza recentemente ufficializzata e risulta difficile al momento stabilirne la reale consistenza. I suini di razza sarda sono allevati principalmente per la produzione di salumi tradizionali e per il consumo dei suinetti che, macellati all'età di trenta-quaranta giorni, rappresentano uno dei piatti tradizionali della cucina dell'isola.